Hancock, Lang e lo “scandaloso” Fayenz

Quello che penso del concerto di Hancock e Lang all’Arena di Verona l’ho scritto su Repubblica di ieri.

Mi è dispiaciuto però constatare come a volte chi si scaglia sulla categoria dei critici musicali non abbia del tutto torto. Accanto a me al concerto era seduto Franco Fayenz, noto e autorevole critico di musica jazz. Ora, a prescindere dal genere di cui ci si occupi, io credo che per svolgere la nostra professione la musica vada conosciuta pressoché tutta e, almeno nel proprio àmbito, a fondo. Mi ha lasciato perplesso vedere Fayenz durante la pausa del concerto andare in giro a chiedere da quale opera fosse stata tratta l’ouverture mozartiana di apertura: era tratta dalle Nozze di Figaro, è un’ouverture che conoscono anche i sassi. Mi ha lasciato letteralmente basito invece sempre lo stesso signore che a qualcun altro ha chiesto, dubitabondo, se il V. Williams segnalato nel programma come l’autore del concerto per due pianoforti e orchestra coincidesse con John Williams! Ma che c’entra?! Doveva essere un errore di chi ha compilato l’indubbiamente incompleto programma (un fogliaccio di carta con informazioni appena sufficienti)? O se c’è scritto V. semplicemente non può essere J.? Ovvio che il problema non è neanche nell’iniziale visto che i due sono compositori molto diversi e non risulta che l’autore delle colonne sonore di Guerre stellari, Lo squalo e Indiana Jones abbia scritto un concerto per due pianoforti…

Infine nella sua – un po’ acida – recensione sul Giornale leggo che i due pianisti hanno eseguito Ma Mère l’Oye con l’orchestra…. ma quello di Ravel è un pezzo pianistico a quattro mani, l’orchestra era a riposare!!! Avrei pensato si trattasse un errore redazionale se non avessi avuto le due esperienze suddette. Esperienze che mi infastidiscono perché sviste o lacune grossolane sono plausibili per un giornalista giovane o – giustamente – sconosciuto, ma non sono giustificabili se ad averle è uno dei decani della critica musicale italiana.

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